martedì 13 novembre 2012

Notturno 2

Siamo già alla seconda parte, quindi stavolta le mie intenzioni sono serie? Forse. Sto ascoltando un bel disco, che vi consiglio. Non è questo, ma l'autore e lo stesso e merita comunque. Faremo un riassunto della puntata precedente o cazzeggeremo ancora per molto? E perchè poi parliamo al plurale? Chissà. In ogni caso, qui trovate la prima parte del racconto, magari più avanti metto anche uno di quei link fighi, tipo "leggi il racconto dall'inzio!" che fa gente seria.

Chissà.

Notturno, Ode alla Notte Autunnale e al Cane Lupo Spaziale

C’è davvero una sterrata su cui paziente sobbalza la seicento sollevando spruzzi d’acqua e fango per la pioggia del pomeriggio e dei giorni precedenti e chi può levare un –che palle- lo faccia.

Alla corte di una fresca notte autunnale si presentarono tre pellegrini, che la via volevan smarrire ma sempre la ritrovavan, vai a capire perché.

-Ho bucato un soldo con un colpo di pistola e ho creato buchi di culo a chi non li aveva alla stessa maniera- dice Marco, il pistolero da cartone animato giapponese, riponendo una pistola invisibile in una altrettanto invisibile fondina e accendendo un’altra sigaretta.

Lory ride estasiato e affascinato all’idea, così come Giorgio che per abitudine costruisce un personaggio di fantasia subito perso, perso in altri pensieri, perso, perso in

-Quante cazzo di stelle si vedono qua?-

Lory leva uno sguardo eloquente al cielo al suono di

-Minchia- e tace.

Marco invece veste con naturalezza i panni del saggio e impartisce lezioni:

-Quella laggiù è la costellazione della Cacca Blu, quella a sinistra invece è quella del Cane Lupo Spaziale-

Lory e Giorgio seguono la direzione del suo sguardo che battezza prima una poi l’altra costellazione credendo ciecamente alle sue parole e capendo le forme indicate nell’intrico di stelle altrimenti insensate e rendiamo grazie alla Settimana Enigmistica.

-Creare qualcosa di insensato, questo è difficile- esordisce Giorgio rivolgendosi a Lory, dato che Marco nell’ultimo mese ha subito la sua bella razione di riflessioni sull’argomento che pare sia l’ennesima fissa temporanea dell’amico.

-Eccolo, ricomincia- pensa infatti senza malanimo, la discussione lo ha comunque affascinato in un recente passato.

-Non riesco a cavarne piede- continua Giorgio – L’unica cosa certa è che…-

-Non esiste una soluzione, darai sempre un senso a tutto per quanto ti sforzi-

Lo interrompe Lory che poi tace sotto lo sguardo sbalordito di Giorgio

-Cazzo ci ho messo mesi a capire questa cosa e sia tu che Marco arrivate alla mia stessa conclusione la prima volta che vi espongo la mia idea!- dice Giorgio che a un tratto si sente estremamente lento.

-Questo ha senso?- E’ Marco a farsi avanti stavolta e con un sorrisetto sulle labbra gli assesta una pacca sul petto.

-Quella laggiù è la costellazione Presa Di Culo- dice Giorgio deviando l’argomento e indica un punto imprecisato alla sua destra.

-Sono stelle che si sfottono a vicenda da milioni di anni- gli occhi gli brillano nel dire questo, assolutamente rapito da quest’idea per lui, deliziosa.

-Già- e –Mh- commentano Marco e Lory quasi all’unisono e stavolta contemporaneamente abbassano leggermente la testa per guardare un sasso, ma no! Sono due invece, oh che cazzo guardano distrattamente ognuno la propria pietra ed è la piccola nota stonata, la breve dissonanza, prima che in lontananza riprenda, dolcissimo il notturno.

-Vorrei…ma forse no…oppure non so ancora se è veramente così; forse bisognerebbe andare tutti in un’altra direzione, che sia per forza contraria alla mia? Mi darebbe forse un soddisfazione perversa questo? Il problema vero sta in una generalizzata concezione sbagliata o nel mio spirito contradditorio forse troppo forte?-Riflette Lory perso nei suoi ragionamenti.

-Eh… -Esordisce quasi timidamente Giorgio che poi tace preferendo prima trovare un modo per riuscire a mettere in parole i suoi pensieri, battaglia persa in partenza dico io.

Marco dal canto suo, si chiude in cocciuto silenzio, il suo sguardo vuoto lascia intendere che non sente una parola dei discorsi dei suoi due amici.

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